La Casa degli Italiani di Arica: il primo corso di italiano.

La Casa degli Italiani di Arica: il primo corso di italiano.

arica-nello-2016-1Senza dubbi che trovarsi nella cittá di Arica sul confine tra due paesi andini: il Cile ed il Perú la visita alla Casa degli Italiani, alle porte della Valle di Azapa ( dove si ammira la meraviglia del deserto quando l´acqua e la mano operosa dell´uomo si mettono insieme per trasformare un ambiente arido e secco in un ambiente verde e produttivo) invita a conoscere l´avvincente storia di questa comunitá Italiana a cavallo tra il Cile ed il Perú (fino al 1929 la cittá di Tacna al confine dal lato del Perú era sotto l´amministrazione cilena per i trattati che chiusero la guerra del pacifico). Abbiamo avuto modo di incontrare una comunitá di scarsa consistenza numerica ma la visibilitá e l’ identitá storica si appezzano proprio in questo fiorente centro sociale, culturale e sportivo che viene indicato come Casa degli Italiani di Arica.arica-nello-2016-2Questo nome che venne dato al centro negli anni ‘60 configura quel bisogno ed attaccamento delle famiglie della zona di condividere uno spazio comune che oltra a mantenere vincoli di mutualismo e di asssistenza tra di loro ( difronte anche a momenti difficili di questa cittá di confine), potesse anche significare il posto dove riprodurre alcuni segni delle proprie origini e l´insediamento in un territorio desertico ma con la prospettiva dell´esplorazione dei minerali e la valorizzazione del potenziale del terriorio anche nel campo agricolo. Difatti all´interno della valle gli italiani sono stati tra gli impulsori della cultura dell´Olivo su scala produttiva che si conosceva fin dal secolo XVI, quando arriva con le prime spedizioni europee; e del pomodoro la cui culla di origine invece appartiene propio alla cultura pre-colombina delle terre andine a partire del Perú. Oggi nella valle si produce il pomodoro praticamente con tre culture all´anno sullo stesso terreno e con le olive da tavola selezionate per colore e grandezza la zona ha dato vita a una corrente di esportazione dentro e fuori del Cile. Non si puó qui non ricordare il contributo allo sviluppo agricolo della zona della Famiglia Lombardi oggi presente con un gruppo di fiorenti aziende di produzione e di esportazione.

Ma tornando alla casa italiani, oltre al verde intenso della vegetazione, alla struttura aggiornata e moderna delle attrezzature sportive, é da segnalare anche la solennitá dei saloni di accoglienza e dell´ingresso che confluiscomo sulla sala da pranzo dove anche due tre selezionati menú italiani

di paste fresche fanno da corona a quel bisogno di sentirsi ‘’italiani’’ o non fosse altro anche ‘’amanti dell´Italia’’ delle quasi 300 famiglie socie della Casa. Tra queste una metá sono di origine italiana e l´altra metá come ci ha sipegato il presidente Martino sono famiglie, che negli statuti della Corporazione sono considerate ‘’collaboratori’’ con un affetto e simpatia indiretto quindi anche per L´Italia.

La passione del racconto di Martino della storia della casa non si é affievolita quando ha manifestato che per mancanza di un insegnamento della lingua italiana in forma regolare all´interno di questa comunitá praticamente non si parla quasi l´italiano. Ma la circostanza ha permesso che in questo beve incontro fosse anche presente La Licenziata in Arte e gestora culturale Soledad Soto, con studi di specializzazione in arte all’ Universitá di Firenze in Italia (ma attualmente in Arica con l´Universitá di Tarapacá, per un progetto di valorizzazione e sviluppo della millennaria cultura del Chincorro) ha dato la sua disponibilitá per mettere su un primo corso di italiano all´interno della casa. Il Comitato Dante Alighieri di Santiago ha provveduto a dare il suo appoggIo all´iniziativa con il programma, il materiale e le future certificazioni.

Oggi il corso é partito e ci auguriamo che sia l´inizio a futuro di una maggiore ‘’capacitá italiana della zona’’ di accoglienza per un turismo che si prevede in espansione anche dall´Europa per il ritrovamento di importanti resti della millennaria cultura dei pescatori della zona oggi candidata a Patrimonio dell’ Umanitá in mezzo ad un pezzo di deserto fatto fiorire anche dal centenario impegno di nostri connazionali.

Nello Gargiulo.

Consigliere CGIE – Cile.

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