La Casa degli Italiani di Arica: il primo corso di italiano.
Senza dubbi che trovarsi nella cittá di Arica sul confine tra due paesi andini: il Cile ed il Perú la visita alla Casa degli Italiani, alle porte della Valle di Azapa ( dove si ammira la meraviglia del deserto quando l´acqua e la mano operosa dell´uomo si mettono insieme per trasformare un ambiente arido e secco in un ambiente verde e produttivo) invita a conoscere l´avvincente storia di questa comunitá Italiana a cavallo tra il Cile ed il Perú (fino al 1929 la cittá di Tacna al confine dal lato del Perú era sotto l´amministrazione cilena per i trattati che chiusero la guerra del pacifico). Abbiamo avuto modo di incontrare una comunitá di scarsa consistenza numerica ma la visibilitá e l’ identitá storica si appezzano proprio in questo fiorente centro sociale, culturale e sportivo che viene indicato come Casa degli Italiani di Arica.Questo nome che venne dato al centro negli anni ‘60 configura quel bisogno ed attaccamento delle famiglie della zona di condividere uno spazio comune che oltra a mantenere vincoli di mutualismo e di asssistenza tra di loro ( difronte anche a momenti difficili di questa cittá di confine), potesse anche significare il posto dove riprodurre alcuni segni delle proprie origini e l´insediamento in un territorio desertico ma con la prospettiva dell´esplorazione dei minerali e la valorizzazione del potenziale del terriorio anche nel campo agricolo. Difatti all´interno della valle gli italiani sono stati tra gli impulsori della cultura dell´Olivo su scala produttiva che si conosceva fin dal secolo XVI, quando arriva con le prime spedizioni europee; e del pomodoro la cui culla di origine invece appartiene propio alla cultura pre-colombina delle terre andine a partire del Perú. Oggi nella valle si produce il pomodoro praticamente con tre culture all´anno sullo stesso terreno e con le olive da tavola selezionate per colore e grandezza la zona ha dato vita a una corrente di esportazione dentro e fuori del Cile. Non si puó qui non ricordare il contributo allo sviluppo agricolo della zona della Famiglia Lombardi oggi presente con un gruppo di fiorenti aziende di produzione e di esportazione.
Ma tornando alla casa italiani, oltre al verde intenso della vegetazione, alla struttura aggiornata e moderna delle attrezzature sportive, é da segnalare anche la solennitá dei saloni di accoglienza e dell´ingresso che confluiscomo sulla sala da pranzo dove anche due tre selezionati menú italiani
di paste fresche fanno da corona a quel bisogno di sentirsi ‘’italiani’’ o non fosse altro anche ‘’amanti dell´Italia’’ delle quasi 300 famiglie socie della Casa. Tra queste una metá sono di origine italiana e l´altra metá come ci ha sipegato il presidente Martino sono famiglie, che negli statuti della Corporazione sono considerate ‘’collaboratori’’ con un affetto e simpatia indiretto quindi anche per L´Italia.
La passione del racconto di Martino della storia della casa non si é affievolita quando ha manifestato che per mancanza di un insegnamento della lingua italiana in forma regolare all´interno di questa comunitá praticamente non si parla quasi l´italiano. Ma la circostanza ha permesso che in questo beve incontro fosse anche presente La Licenziata in Arte e gestora culturale Soledad Soto, con studi di specializzazione in arte all’ Universitá di Firenze in Italia (ma attualmente in Arica con l´Universitá di Tarapacá, per un progetto di valorizzazione e sviluppo della millennaria cultura del Chincorro) ha dato la sua disponibilitá per mettere su un primo corso di italiano all´interno della casa. Il Comitato Dante Alighieri di Santiago ha provveduto a dare il suo appoggIo all´iniziativa con il programma, il materiale e le future certificazioni.
Oggi il corso é partito e ci auguriamo che sia l´inizio a futuro di una maggiore ‘’capacitá italiana della zona’’ di accoglienza per un turismo che si prevede in espansione anche dall´Europa per il ritrovamento di importanti resti della millennaria cultura dei pescatori della zona oggi candidata a Patrimonio dell’ Umanitá in mezzo ad un pezzo di deserto fatto fiorire anche dal centenario impegno di nostri connazionali.
Nello Gargiulo.
Consigliere CGIE – Cile.