Litio: salgono i volumi, giù il prezzo

Litio: salgono i volumi, giù il prezzo

Elemento fondamentale di qualsiasi batteria (dal telefono al computer, all’auto), è destinato a diventare sempre meno costoso. Ma c’è un problema: lo smaltimento

di Alessandro Marchetti Tricamo

 ROMA È il materiale del futuro. È il litio ed è l’elemento fondamentale delle batterie. Tutto (o quasi) quello che oggi va a batteria usa il litio. Smartphone, tablet, pc o automobile che sia. I sistemi al litio possono contare su un’alta densità energetica, un lungo ciclo di vita e una ridotta velocità di autoscarica. I volumi crescono (le stime sono diverse, ma si può parlare con buona approssimazione di circa 7 miliardi di batterie al litio in circolazione) e i prezzi scendono. Ad approfittarne è in particolare l’industria automobilistica: «Oggi una batteria al litio ha un costo di 145 dollari per chilowattora, per il 2022 ci aspettiamo si possa arrivare fino a 100 dollari al chilowattora», spiega Mark Reuss, vice presidente esecutivo di General Motors. La stessa previsione, anticipata però al 2020, è di JB Straubel, cofondatore di Tesla e responsabile dello sviluppo delle elettriche californiane. Considerando che solo nel 2013 il costo medio era di 500 dollari al chilowattora, il vantaggio per chi produce (e acquista) un’auto elettrica non è male.
Il nodo della riciclabilità

Batterie che possono contare su una seconda vita in grado di dare un valore a fine ciclo di vita a bordo di un’auto: nei prossimi mesi a Lünen in Germania, grazie a una joint venture tra Daimler, The Mobility House e Getec, entrerà in funzione il secondo impianto al mondo per accumulo di energia rinnovabile con batterie al litio in disuso di veicoli elettrici in grado di stoccare fino a 13 megawattora. «È stato stimato — spiegano i tedeschi — che una batteria, non più funzionale a un’auto, può comunque continuare a operare in modo efficiente in un uso stazionario per altri 10 anni». Il problema semmai si chiama riciclabilità del litio: «All’interno delle batterie al litio ci sono metalli che potenzialmente possono essere cancerogeni. Oltre alla presenza di vapori tossici. Gli accumulatori al litio tendono poi a mantenere un seppur minimo livello di carica che, se non opportunamente neutralizzato e gestito, può essere causa d’incendi ed esplosioni», spiega Giancarlo Morandi, presidente di Cobat, il Consorzio nazionale raccolta e riciclo.

Con l’aiuto dell’ossigeno

In Italia e nel resto del mondo «è difficile trovare imprenditori decisi a investire sul recupero del litio», continua Morandi, con impianti che si contano sulle dita di una mano negli Stati Uniti, in Canada e Belgio. Per questo lo stesso Cobat, per offrire soluzioni innovative per la raccolta e riciclo delle batterie a fine vita, ha avviato con il Cnr una ricerca sul processo di trattamento degli accumulatori al litio esausti che renda il tutto facile e sicuro. Una maggiore stabilità e sicurezza nelle operazioni di recupero potrebbe arrivare dalle batterie al litio aria, dove l’ossigeno è utilizzato in sostituzione dei metalli pesanti, accumulatori che garantirebbero, come dimostra un recente studio dell’Università di Cambridge, anche costi ridotti di un quinto rispetto alle tradizionali batterie al litio: «Non abbiamo però ancora risolto tutti i problemi chimici della batteria e siamo ancora a un livello di ricerca e sviluppo», spiega il professor Clare Grey del dipartimento di Chimica dell’Università di Cambridge e autore della ricerca.

Fuente: Corriere della Sera

Agregar un comentario

Su dirección de correo no se hará público. Los campos requeridos están marcados *