AFFINITÀ CULTURALE E SOLIDITÀ ECONOMICA: LE CARATTERISTICHE CHE SPINGONO GLI IMPRENDITORI TRENTINI A INVESTIRE IN CILE

TRENTO\ aise\ – “Attualmente 1.500 trentini risultano iscritti alle liste dell’AIRE in Cile, un Paese in cui ancora oggi sono attivi tre circoli trentini e si distribuiscono due quotidiani in lingua italiana. E questa è la prova che la lontananza geografica è colmata da una grande vicinanza culturale”.

Così il console onorario della Repubblica del Cile in Trentino Alto-Adige Aldo Albasini ha aperto il seminario dedicato alle opportunità di investimento nel Paese sudamericano svoltosi al Polo della Meccatronica di Rovereto, organizzata da Trentino Sviluppo in collaborazione con il Consolato Onorario della Repubblica del Cile in Trentino Alto Adige e l’Ufficio Ice di Santiago.“

La presenza qui del console onorario denota il profondo legame, economico, ma anche storico e culturale tra i nostri Paesi – ha aggiunto il dirigente del Servizio Attività internazionali della Provincia autonoma di Trento Raffaele Farella – In più le linee di sviluppo e specializzazione intelligente adottate in Cile sono speculari a quelle seguite in Trentino”.“Il Cile ha redditi medi pari a quelli di un Paese europeo – ha spiegato Albasini – e, assieme al Messico, è l’unico Paese dell’America Latina a far parte dell’OCSE”.“A ciò, – ha spiegato l’avvocato Aldo Rozzi Marin, console onorario del Cile a Vicenza – si aggiunge una grande stabilità economica e finanziaria rafforzata dalla firma di accordi commerciali con l’Unione europea che permettono alle imprese del continente di esportare senza pagare i dazi doganali. In più, vista la posizione geografica strategica, il Cile si presenta come un Paese piattaforma, da cui si possono raggiungere gli altri Stati dell’America Latina e l’area dell’Asia pacifico per un totale di 64 mercati, che coprono quasi l’87% del PIL mondiale”.Il tessuto economico cileno, basato soprattutto sull’estrazione mineraria, è molto simile a quello trentino con 3.674 piccole medie imprese, di cui 1.046 coltivano già rapporti commerciali con l’Europa.Ed è proprio questa somiglianza che convince le imprese trentine a investire nelle Ande.

Michele Sartori, amministratore delegato della Sartori Ambiente Srl di Arco ha spiegato: “il Cile è un Paese piccolo, di 17 milioni di abitanti, ma grintoso, le stesse caratteristiche con cui ci piace descrivere la nostra azienda. In più le imprese e la società civile di lì stanno sviluppando un notevole interesse per la tutela dell’ambiente, che è il settore in cui noi operiamo”.Marisa Zeni, amministratrice delegata di Eurostandard Spa, che in Val di Fiemme produce pezzi di giunzione in materiali plastici per gasdotti e acquedotti, ha concluso: “Lavoriamo in Cile dal 1998: prima abbiamo aperto un canale di distribuzione, poi una vera e propria consociata. Abbiamo deciso di investire a Santiago per la grande affinità culturale che sentiamo con quella città. Lavorare in America Latina è, per certi versi, come lavorare a casa”.

E l’importanza di questa complementarità di lingue, tradizioni, economia e cultura è sottolineata anche dalla trentina di imprese presenti in sala, espressione del settore turistico, energetico, ambientale, meccanico e sportivo trentino. (aise)

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