“A Santiago c’é una piazza”: Presentato alla presenza dell’Ambasciatore Marco Ricci

Presentato alla presenza dell’Ambasciatore Marco Ricci il libro di Fabio Evangelisti: “A Santiago c’é una piazza”

In uno stupendo scenario di sapori e di prodotti, tutti rigorosamente italiani, si è svolta sabato scorso 16 dicembre la presentazione del libro: “A Santiago c’é una piazza”, di Fabio Evangelisti.

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Proprio nel cuore della azienda fondata dal protagonista di questo appassionate testo, l’autore ha raccontato la storia affascinante di Alberto Rosselli, di Massa di nascita ma di Santiago di adozione. Un evento che ha coinvolto un gran numero di persone e che ha avuto l’onore di essere aperto con le parole dell’Ambasciatore d´ Italia in Santiago, Marco Ricci:

“Il libro mi é piaciuto molto, una storia forte”. Con acuta e attenta analisi l’Ambasciatore ha saputo porre i cardini della discussione non senza ricordare come il dramma della dittatura ha profondamente segnato la vita di molte famiglie italiane che vivevano e lavoravano in Cile.

Prima dell’autore il consigliere CGIE (Consiglio Generale Italiani all’Estero) Nello Gargiulo, figura importante e molto conosciuta nella comunità italiana santiaguina, ha dato la sua chiave di lettura del testo senza risparmiare elogi sia per la forma con cui è stato scritto che per la grande forza introspettiva, sociale e narrativa che il libro ha in sé. E di fatto è difficile sottrarsi al fascino di questo testo.

Se uno lo guarda in forma superficiale lo potrebbe definire a prima vista, una delle tante storie che protagonizzano altrettante famiglie italiane. Ma invece non è così. Il racconto di Alberto che Evangelisti ha raccolto con una maieutica e entusiasta attenzione trasmette, sin dalle prime pagine del libro, il senso di essere di fronte ad una storia diversa, intensa e coinvolgente; dove umanità, amore, traversie, sfide imprenditoriali e realizzazioni si fondono in un magico crogiolo che si scalda al fuoco sempre ardente e più che mai attuale dell’immigrazione. Alberto prima di tutto è un immigrato dall’Italia all’America latina. E in questa dimensione si staglia nel palcoscenico del libro la prima grande chiave di lettura. Il suo stato di giovane solo che vede nell’America non soltanto la possibilità di trovare un lavoro e persino di arricchirsi, ma di poter ottenere quello che desidera di più al mondo: farsi una famiglia. Questo è il secondo elemento che permettere di leggere la storia di Alberto con

un altro paio di occhiali. Con cui si mette a fuoco la sua grande dimensione umana che sempre manterrà in tutti gli episodi che si susseguono nella narrazione. E a definire questa dimensione è proprio l’aneddoto che l’autore racconta con grande trasporto emotivo. “Alberto giunge a Buenos Aires e in tasca ha solo una moneta. Nella strada che sta percorrendo c’é un lustrascarpe. Lo colpisce per la sua dignitosa povertà. Pensa un attimo e poi si avvicina e gli dà la moneta pensando che la necessita più di lui. Da questa moneta regalata a uno sconosciuto parte la storia di Alberto che si snoderà fra le più svariate attività, lavori e iniziative che gli permetteranno di superare un momento molto problematico della sua vita con la piena realizzazione”. E nonostante tutto Alberto, il protagonista della storia che non è tanto “storia” quando vita vissuta e a volte sofferta é lí, con tutti i partecipanti ad ascoltare con l’educazione e l’intelligente attenzione che sempre lo ha distinto, ogni parola che i relatori pronunciano a volte rivolgendosi proprio a lui.

Un libro che merita di essere letto, riletto e magari, perché no, consigliato agli amici per poter poi discuterne scoprendo qualche lato nascosto ma interessante che noi non avevamo notato.

marco maria scotti

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